EDITH STEIN
EDITH STEIN

2-9 agosto 1942

Questa la lettera che Rauter, capo delle SS, invia a Himmler, Reichsführer e capo della polizia tedesca, da L'Aia il 24 settembre 1942. Essa ha per tema la deportazione degli ebrei. E’ un testo veramente terrificante, ma dà una chiara idea delle dimensioni dell’Olocausto e della sua perversa pianificazione.

Il commento di Himmler a questo rapporto fu: “Molto bene!”, vergato di proprio pugno.

 

Il destino degli ebrei cattolici viene deciso la domenica 26 luglio 1942, quando dai pulpiti viene letta la Lettera Pastorale dei vescovi cattolici. Essi giudicano severamente le deportazioni dei concittadini ebrei. Contemporaneamente viene resa nota usa lettera di protesta delle chiese olandesi dell’11 luglio 1942. In una riunione segreta del commissario generale per la sicurezza, che si tiene il giorno successivo, viene decretata la condanna a morte degli oltre 700 ebrei cattolici in Olanda. 

La Gestapo impone l’obbligo di denuncia e quindi, con facilità, il 2 agosto fa un blitz e li arresta: 212, più i 32 di Amsterdam. 44 di loro, appartenenti a matrimoni misti, vengono rilasciati.

La maggior parte, lo stesso giorno, viene trasferita nel lager di Amersfoort.

Martedì 4 agosto vengono portati a Westerbork. Sono possibili ancora i contatti epistolari e personali.

Il trasporto finale è venerdì 7 agosto.

In due anni circa, dall’Olanda partirono 86 trasporti per Aushwitz, Sobibor e Teheresienstadt. Furono uccise 93.326 persone. I sopravvissuti furono 1.072.

Nell’8° trasporto, quello del 7 agosto 1942, c’era anche Edith, insieme ad altre 986 persone.

Non ci sono documenti o testimoni oculari che provino la morte di Edith e dei suoi compagni.

Il 16 febbraio 1950 però compaiono, nelle liste pubblicate dal Ministero della Giustizia olandese, le date della morte degli ebrei deportati dall’ Olanda e uccisi. 

Edith è riportata con il n° 44074.

Un’altra fonte molto importante è il libro “Come una fiaccola ardente”, edito dal Carmelo di Echt nel 1967, nel quale sono riportati documenti e testimonianze su Edith e i suoi compagni di passione. La maggior parte di loro viene uccisa nella camera a gas nella notte tra l’8 e il 9 agosto. Altri vengono mandati ai lavori forzati, ma poco dopo vengono pure essi uccisi nelle camere a gas.

 

 

E’ sempre molto importante essere visceralmente radicati nella concretezza della realtà e la storia ci ha consegnato  - e continua a consegnarci - pagine come queste. Rifugiarsi nell’angelismo, nello spiritualismo, nelle devozioni è tradire l’incarnazione di Gesù. Come disse in un’omelia, il 2 febbraio 1995, il vescovo di Essen, Hubert Luthe, “Nonostante molti cattolici e protestanti si siano mobilitati per gli ebrei perseguitati, noi, come cristiani, dobbiamo comunque considerarci responsabili del loro destino”. Questo vale per ogni tempo e ogni luogo. E’ illusione ritenersi cristiani se non si resta nella storia, lottando contro ogni menzogna e ogni ingiustizia. Edith lo ha fatto, sia con la sua passione educatrice, sia servendo la causa della donna, sia additando, fin dal 1933, il pericolo dell’ideologia nazionalsocialista. Credo perciò valga la pena prepararsi alla festa del 9 agosto immergendoci nel dolore e nel sangue della storia. 

compiendo ogni giorno passi di passione.

 
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